Folco Orselli, il poeta notturno di Milano
di Luisa Procopio
Ci sono artisti che non si limitano a suonare: raccontano la città da dentro, come se ne avessero in tasca le chiavi. Folco Orselli è uno di questi. Milanesissimo, classe 1971, cresciuto tra jazz club e periferie umane, è cantautore, cabarettista dell'anima, narratore di storie vere, spesso dimenticate, che lui ripesca con delicatezza e rispetto.

Chi è Folco Orselli
Folco non è
soltanto un musicista: è un osservatore di vite, un artigiano della
parola. La sua Milano non è quella delle vetrine scintillanti, ma quella della
notte, dei bar aperti fino alle tre, dei sogni che arrancano, delle esistenze
che cercano una scintilla di poesia.
La sua voce roca e vissuta ha il peso del tempo e la leggerezza del sorriso disincantato.
Nei suoi spettacoli, Folco sa essere ironico come un cabarettista dei tempi
d'oro e nostalgico come un poeta urbano.
I suoi progetti più significativi
Tra i lavori che lo hanno definito artisticamente spicca "Blues in Mi – Storie di periferia milanese", progetto musicale e documentaristico che porta sul palco e in video le voci autentiche delle periferie, trasformandole in musica, racconto, gesto politico e poetico allo stesso tempo.
Folco ama pensare al palcoscenico come a un luogo sacro, ma non elitario: un posto dove chiunque possa riconoscersi. Che si tratti di una piccola esibizione in un circolo ARCI o di una grande serata in teatro, il suo stile rimane lo stesso: spoglio, intenso, sincero

Un cabarettista dell'intimità
Nel cabaret,
Folco non cerca la risata facile: cerca la risata che nasce da qualcosa di
vero, quella che arriva subito dopo un nodo alla gola. Gioca con le parole,
con i silenzi, con le pause che dicono più di cento battute. Il suo è un umorismo
malinconico, una forma di empatia.
Ti fa ridere, sì, ma subito dopo ti fa pensare.
L'eredità umana e culturale
Folco
Orselli è diventato nel tempo un punto di riferimento della scena culturale
milanese "dal basso": una figura ponte tra le generazioni, tra i
musicisti storici e i giovani artisti che cercano una via espressiva personale.
La sua forza non sta nel clamore, ma nella credibilità conquistata. È
autentico, umano, palpabile. Non "si esibisce": condivide.

Folco Orselli è la dimostrazione che Milano non è soltanto una città: è un organismo vivente, con vene blu come il blues e un cuore che batte tra sogno e realtà. Lui ne è il cantore gentile, il cabarettista notturno, il poeta urbano che porta sul palco ciò che molti vedono ma pochi sanno raccontare.
