Folco Orselli, il poeta notturno di Milano

30.11.2025

di Luisa Procopio

Ci sono artisti che non si limitano a suonare: raccontano la città da dentro, come se ne avessero in tasca le chiavi. Folco Orselli è uno di questi. Milanesissimo, classe 1971, cresciuto tra jazz club e periferie umane, è cantautore, cabarettista dell'anima, narratore di storie vere, spesso dimenticate, che lui ripesca con delicatezza e rispetto.

Folco Orselli
Folco Orselli

Chi è Folco Orselli

Folco non è soltanto un musicista: è un osservatore di vite, un artigiano della parola. La sua Milano non è quella delle vetrine scintillanti, ma quella della notte, dei bar aperti fino alle tre, dei sogni che arrancano, delle esistenze che cercano una scintilla di poesia.
La sua voce roca e vissuta ha il peso del tempo e la leggerezza del sorriso disincantato. Nei suoi spettacoli, Folco sa essere ironico come un cabarettista dei tempi d'oro e nostalgico come un poeta urbano.

I suoi progetti più significativi

Tra i lavori che lo hanno definito artisticamente spicca "Blues in Mi – Storie di periferia milanese", progetto musicale e documentaristico che porta sul palco e in video le voci autentiche delle periferie, trasformandole in musica, racconto, gesto politico e poetico allo stesso tempo.

Folco ama pensare al palcoscenico come a un luogo sacro, ma non elitario: un posto dove chiunque possa riconoscersi. Che si tratti di una piccola esibizione in un circolo ARCI o di una grande serata in teatro, il suo stile rimane lo stesso: spoglio, intenso, sincero

Un cabarettista dell'intimità

Nel cabaret, Folco non cerca la risata facile: cerca la risata che nasce da qualcosa di vero, quella che arriva subito dopo un nodo alla gola. Gioca con le parole, con i silenzi, con le pause che dicono più di cento battute. Il suo è un umorismo malinconico, una forma di empatia.
Ti fa ridere, sì, ma subito dopo ti fa pensare.

L'eredità umana e culturale

Folco Orselli è diventato nel tempo un punto di riferimento della scena culturale milanese "dal basso": una figura ponte tra le generazioni, tra i musicisti storici e i giovani artisti che cercano una via espressiva personale.
La sua forza non sta nel clamore, ma nella credibilità conquistata. È autentico, umano, palpabile. Non "si esibisce": condivide.

Folco Orselli è la dimostrazione che Milano non è soltanto una città: è un organismo vivente, con vene blu come il blues e un cuore che batte tra sogno e realtà. Lui ne è il cantore gentile, il cabarettista notturno, il poeta urbano che porta sul palco ciò che molti vedono ma pochi sanno raccontare.