Malù Marcuccio: “Figlio del cielo e della Luna”, il canto che spezza il silenzio sulla neurodivergenza
di Luisa Procopio
Ci sono
canzoni che riempiono un momento, altre che riempiono un vuoto.
"Figlio del cielo e della Luna" di Malù Marcuccio è una di quelle che
riempiono il cuore — e fanno spazio, finalmente, a ciò che per troppo tempo è
rimasto ai margini: la diversità, quella vera, quella che ancora intimorisce,
quella che molti fingono di non vedere.
Questo singolo non è solo musica: è un atto d'amore, una rivoluzione gentile, un invito a smettere di considerare la neurodivergenza un tabù. È una carezza sul volto di chi cresce sentendosi "sbagliato", e allo stesso tempo una scossa per chi — per ignoranza o paura — non riesce a comprendere.

Cos'è l'ADHD, in parole semplici
L'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è una forma diversa di funzionamento del cervello, tipica di molti bambini e adulti.
In parole semplici:
- Non è un capriccio.
- Non è maleducazione.
- Non è mancanza di impegno.
È un modo
diverso di sentire il mondo:
la mente va veloce, le emozioni sono più intense, l'attenzione si sposta
rapidamente da un punto all'altro… ma può iperconcentrarsi su ciò che davvero
appassiona. Il corpo, a volte, sembra seguire un ritmo tutto suo.
Chi ha ADHD
non è "meno".
È diverso, e in questa diversità c'è un potenziale enorme.
"Altrove": la casa segreta di chi non si sente allineato
Il titolo "Figlio del cielo e della Luna" sembra rubato da un sogno. È la fotografia perfetta di chi vive un passo più in là, un battito più in alto, un pensiero più profondo.
Malù racconta con dolcezza quello che tanti bambini vivono in silenzio: sentirsi "altrove", essere presenti con il corpo ma altrove con l'anima, non perché distratti… ma perché colmi di mondi che non sanno ancora raccontare.
E lo fa con una frase che da sola vale più di mille spiegazioni cliniche:
"Non è distrazione, è un modo diverso di abitare il mondo."
Questa frase
è un balsamo.
È la chiave che apre la porta di un universo interiore spesso frainteso.
Il videoclip: un bambino immerso nel bianco che pesa come un giudizio
Nel
videoclip, David è seduto al banco di scuola, avvolto da un bianco quasi
accecante.
Un bianco che urla solitudine più di qualsiasi rumore.
Quel bianco è:
- il vuoto di chi non viene capito,
- la distanza di chi osserva senza vedere,
- la protezione di chi si rifugia nei propri pensieri perché fuori fa troppo rumore.
La mente di
David corre, salta, vola.
Ma il mondo vuole che resti fermo.
Il risultato è una ferita che il video mostra con un pudore disarmante: la ferita di un bambino giudicato prima ancora di essere ascoltato.

La scuola: il primo luogo che può salvare o spezzare
Il banco
vuoto accanto a David è un simbolo.
È il primo "posto vuoto" nella vita di chi è neurodivergente: quello lasciato
dalle incomprensioni.
Troppo spesso la scuola interpreta l'ADHD come:
- disobbedienza,
