PENSIERO DI CICALA - “Legami umani” – Quando la connessione diventa presenza

06.11.2025

Questa settimana Pensiero di Cicala ci porta a parlare di legami.

Sì, legami. Quelli veri. Quelli che non si vedono ma si sentono.

Come dice Mauro, citando i Litfiba in Spirito, "in un mondo storto" c'è sempre un filo rosso che ci tiene uniti… un filo sottile ma fortissimo, che non si spezza neanche quando la vita prova a tirarlo via.

"Lega" o "legàmi": una sola sillaba che cambia accento, ma dentro c'è lo stesso significato — tenersi stretti, non lasciarsi andare.

E allora pensiamo a quel fratello che aiuta il fratello con disabilità.

Lo guarda, lo accompagna, lo sostiene. Non serve dire nulla, perché in quel gesto c'è già tutto: la dedizione, la pazienza, l'amore.

C'è un "io ci sono" che non ha bisogno di voce, ma parla attraverso le mani, gli occhi, i respiri che si incontrano.

Ogni spinta della carrozzina è un passo fatto insieme. Ogni sorriso è un abbraccio che non ha bisogno di braccia.

In quell'aiuto silenzioso c'è la forza per due, la vita che si fa legame, che si fa presenza.

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E forse è proprio questo che ci salva: i legami umani.

Quelli che ci ricordano che nessuno può bastare a se stesso, che abbiamo bisogno dell'altro per non perdere il senso delle cose.

Un abbraccio è un legame.

Uno sguardo che si incrocia e resta è un legame.

Perfino la scrittura lo è: le parole si cercano, si intrecciano, si tengono per mano per raccontare una storia, un vissuto, un ricordo che resta stretto al cuore.