SUNE FRONTANI, MAKE-A-WISH ITALIA: «LA MIA CARLOTTA UN ESEMPIO CHE PORTA GIOIA»

16.12.2024

Non è mai facile trovare equilibrio quando si affrontano certi argomenti. E le domande che affiorano, poi, sono grandi e difficili da maneggiare. Una su tutte: come si sopravvive a un figlio? Non esiste una risposta universalmente giusta, ma ne esistono alcune che paiono più giuste di altre. È il caso della storia di Sune Frontani, co-fondatrice e presidente di Make-A-Wish Italia, che ci ha concesso una lunga video intervista (la potete recuperare sulla pagina Facebook di New radio Seveso).

Che cos'è Make-A-Wish e perché è nata?

L'Associazione nasce nel 1980 a Phoenix, in Arizona, con lo scopo di aiutare i bambini affetti da gravi patologie a realizzare un sogno personale. L'idea è nobile, funziona e trova eco in tutto il mondo (a oggi le succursali sono presenti in 50 Paesi). L'eco raggiunge anche l'Italia ed è nel 2004 che entra in gioco Sune Frontani. La primogenita Carlotta, 9 anni, si ammala a causa di una malattia genetica rara. Per lei e per la famiglia inizia un nuovo paradigma esistenziale, una brusca inversione a U verso ospedali, cure estenuanti e speranze che, purtroppo nel suo caso, si riveleranno vane. Durante i ricoveri all'istituto pediatrico Gaslini di Genova, Carlotta stupisce tutti ed è Sune Frontani a raccontarci come: «Quando mia figlia era in ospedale, nei momenti in cui non stava male desiderava fare dei piccoli regalini per portare un po' di gioia ai bambini del suo reparto. Abbiamo deciso di prendere esempio da lei e di portare la splendida missione di Make-A-Wish anche qui in Italia».

Quest'anno, dunque, Make-A-Wish Italia compie 20 anni tondi. Due decenni in cui sono stati realizzati oltre 3000 desideri grazie all'operato di un network che raccoglie 230 volontari in tutto il Paese. Due decenni che hanno aiutato 3000 bambini ad affrontare con più forza e spensieratezza quotidianità fatte di aghi, flebo, esami, indagini, dolore. Per i bambini il meccanismo che muove Make-A-Wish rappresenta molto più di un diversivo, secondo i principi della psicologia positiva è complementare alle cure mediche. Come testimoniato dal Dottor Coccoli, operante nel reparto di Oncoematologia Pediatrica presso l'ospedale Santa Chiara di Pisa: «Le medicine sono importanti per curare, ma fare degli interventi che riguardano la psiche di un bambino è quasi come somministrare un farmaco. Aiuta a farlo stare meglio e questo gli consente di rispondere meglio alle terapie».

Visitate il sito di Make-A-Wish, potrete leggere tante grandi storie di piccoli essere umani abituati troppo presto alla lotta, ma non per questo meno sognatori.