“Terrazza Garibaldi, tre vetrine che guardano la piazza e custodiscono i sogni di ieri e di domani”
di Luisa Procopio
Sotto la scalinata che guarda una delle piazze più vissute di Cantù, c'è un luogo che non è solo un bar. È un ritorno. È una promessa. È Terrazza Garibaldi.

A immaginarlo sono stati tre ragazzi: Andrea, Elena e Paolo. Ragazzi come tanti, ma con una visione chiara negli occhi: riportare chi varca quella terrazza indietro nel tempo, a quando bastava poco per sentirsi grandi. Gli anni Ottanta e Novanta, quando si cresceva seduti su un muretto, con un bicchiere tra le mani, le spalle appoggiate al cemento e lo sguardo perso davanti a una piazza che sembrava infinita.

Quella piazza non era solo uno spazio urbano. Era una metafora del futuro.
Un orizzonte aperto dove i sogni correvano liberi, dove ogni risata era una promessa e ogni silenzio un pensiero che stava imparando a diventare adulto. La piazza era il domani che ci aspettava, illuminato dai lampioni e dalla voglia di crederci.
Anni dopo, proprio sotto quella scalinata, è nata Terrazza Garibaldi. Un luogo accogliente, caldo, familiare. Un posto che sa di casa e di amicizie sincere, capace di racchiudere il calore della famiglia e i sogni di quei ragazzi del muretto che non hanno mai smesso di credere nel valore dello stare insieme.

Qui il tempo rallenta. Qui ci si siede, si brinda, si parla. Qui si cresce ancora, ma senza fretta.
E per questo Natale, Terrazza Garibaldi non poteva limitarsi a un addobbo qualunque. Ha scelto di inventare qualcosa che parla al cuore: l'Albero dei Buoni Propositi.
Alla cassa, a ogni cliente che vorrà partecipare, verrà consegnata una pallina e un pennarello. Un gesto semplice, come quelli di una volta. Su quella pallina si potranno scrivere i buoni propositi per il 2026, parole che raccontano desideri, sogni, promesse fatte a se stessi.

Perché gli anni corrono veloci, più veloci di quanto immaginiamo.
Ma i sogni, quelli nati su un muretto con una piazza davanti, vogliono restare. Vogliono lasciare una traccia incancellabile.
E a Cantù, oggi, quella traccia ha un nome: Terrazza Garibaldi.
